Spesso i cambiamenti esteriori, o quelli che facciamo intorno a noi, sono segno di un cambiamento più profondo. Non credo affatto che l’estetica sia sinonimo di superficialità. Per la mia esperienza e per i miei studi dentro e fuori si completano perfettamente. Questo piccolo cambiamento ci voleva. Ho cercato di armonizzare un po’ i colori, niente di che. E vorrei ancora più uniformità. Sto cercando di selezionare i molti materiali che uso e dar valore a quelli che più amo e che mi danno più possibilità di esprimere il mio senso del bello. Infine sono arrivata in una nuova stagione della mia piccola vita e questi colori freschi la riempiono e la descrivono, come la primavera, dopo il lungo inverno. Mentre metto mano alle mie idee mi incoraggiano e mi avvolgono. Piccole cose…
Ma la mia mente è toccata e colpita anche dagli eventi che toccano la notra società più vicina. E anelo un cambiamento che forse non potrà avvenire nel modo in cui ce lo aspettiamo. Sono sopratutto mi dilania il tormento che stanno attraversando molti uomini e padri. Alcuni si arrendono, fino ad odiare la vita, a perderla. A toglierla. Illusione che il male finisca con loro insieme a loro. E’ un ombra di una tristezza indescrivibile. Penso che sia il male di una cultura basata su merito che non cresce sul valore. Davanti a questa disfatta sono allibita. Che non ci sia nessuno che abbia il coraggio di gridare il valore della vita?? E in questo si conferma che è vero che troppo spesso non si da valore alla vita nel grande marchingegno di pensiero che ci siamo inventati. Non penso che siano storie individuali. Penso sia un male e una cancrena terribile che ci riguarda tutti. Ma questi uomini…
Chi dirà loro che la vita non è quello che si è fatto, quello che si è costruito, il mestiere che si fa o che si perde.
Chi dirà loro che la vita è nuda?
Molti si fanno carico della tristezza e della rabbia, pulendosi la bocca con tovaglioli sporchi degli stessi sentimenti.
Canzoni, discorsi, proclami, parole.
Ma chi sussurerà la bellezza dell’essere immobile e impotente?
Chi amerà questi falliti?
Chi li incoraggerà ad amarsi?
Chi dichiarerà con certezza che la libertà non è data ma è rubata.
Conquistata col furto, si, e con la follia di un pensiero indipendente?
Chi li libererà dalla paura che li impietrisce?
dall’accusa, dal vittimismo, dalla finzione?
Chi amerà così tanto da guarire le ferite perchè la spina dorsale degli uomini di questa generazione trovi muscoli e carne sani per svilupparsi e crescere?
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Conosco un folle che ha fallito fino agli sputi in faccia, che ha ceduto la propria dignità ai porci, che è stato ferito, spogliato e denigrato, che è stato dichiarato debitore della vita.
Conosco un folle che per questo motivo, pensando a noi, è morto col sorriso.
Si è arreso volontariamente, non per ottenere la nostra pietà nei secoli, ma perchè a noi toccasse la ricchezza e la pienezza della vita.
Oggi.
Conosco un folle che ha pagato tutti i nostri debiti.
Al posto nostro e loro.
I debiti con la morte.
Perchè di debiti con la morte si tratta, morte della dignità, della libertà, della giustizia e dell’amore.
Il Folle cammina ancora e consola chi lo ascolta.
Chi dirà loro che non è lontano, ad un passo dalla loro follia?
Chi lo conosce parli, e se non può parlare lo conduca a questi uomini per piacere!